martedì 30 aprile 2013

DISABILE NEL FISICO MA NON NELLA MENTE

La lancetta dell'orologio corre lentamente. Si sposta lo so, sono ore che la osservo. La mosca continua a posarsi dopo un breve volo nello stesso posto lisciandosi le zampe posteriori. Silenzio. Ascolto il mio cuore battere come un tamburo impazzito. Un suono antico, tribale. Il mio pensiero vola all'Africa e rido. O perlomeno penso di farlo.Sono disabile. Sono malata. Sono sola. Vicino a me nessuno, la mia stanza è adornata solo dalla mia rabbia e dalla mia frustrazione.  Tante belle parole, tante promesse, tante bugie. La realtà è che in questa asettica stanza d'albergo mi hanno lasciata sola. Le mie gambe non si muovono, le mie mani non si muovono. Si muove il mio cuore però, si muovono le mie lacrime che scorrono copiose lungo il mio viso,si muovono le mie emozioni. Essere umano, meno di una bestia più di un verme o forse nemmeno. Tagli drastici alla Sanità, mi ripeto nella mia testa, volontari sempre meno negli ospedali perchè anche per loro la crisi si fa sentire e sono in giro in cerca di una prima occupazione. Che ne è stato del nostro Bel Paese? Che ne è stato della Dolce Vita di Fellini? Che ne è stato degli stranieri che arrivavano a frotte in Italia portando con loro strani idiomi e tanti bei soldi? Abbiamo abbandonato la cura del territorio, abbiamo lasciato che le cose degenerassero senza porvi rimedio e la natura ci ha prontamente puniti. Alluvioni, terremoti, queste calamità naturali oltre a non far bene agli abitanti, tiene lontano il turismo. Mi sa che sono troppo intelligente perchè se io da un letto d'ospedale lo capisco com'è che i signori che ci governano non l'hanno ancora capito? Investire per salvare prima di tutto vite umane e poi, per mirare ad un incremento turistico che è grande parte del sistema  economico Italia. Torno a guardare la mia amica mosca che strusciandosi le zampette ripete il suo piccolo volo al passaggio della lancetta per poi posizionarsi esattamente dov'era prima. Tutto resta sempre uguale. Altro che panta rei, altroche Eraclito. Vorrei alzarmi, vorrei correre,vorrei urlare ma non posso. Posso solo pensare e questo mi ferisce ma nel contempo mi rende grande perchè, con la mia testa posso volare lontano da qui nel mondo che mi posso scegliere di volta in volta sempre diverso, sempre più ordinato e pulito, fino a che quel benedetto giorno non volerò via da qui x sempre.
Paola Maria Bevilacqua

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